Devo fare una confessione. Non sono mai stato amante dei social. Non ho dei gran profili, non ho tempo di seguirli e svilupparli a dovere ma, in verità, anche se avessi tempo, non avrei voglia di farlo. Mi limito proprio al minimo sindacale, nonostante sedicenti guru vadano predicando il contrario. Ma il mondo va così: se sopporta sedicenti pennaioli venditori di fumo, penso che possa sopportare senza grossi patemi anche sedicenti scrittori con profili social sgangherati.
Mi accontento di una presenza minima su Facebook e di una saltuaria presenza su Instagram. Che poi sono due facce della stessa medaglia di quel signorino là, vestito sempre con il dolcevita grigio e con la frangetta leccata da una mucca.
C’è un social network che non ho mai amato particolarmente: quello dell’uccellino blu. Non ricordo la data del mio ultimo post, ma, pur non avendolo mai amato, né capito, non avevo ancora avuto quel blitz decisivo per rimuoverlo del tutto dalla testata del mio blog. E non mi stupirei se il mio profilo fosse stato rimosso (non mi sono neanche preso la briga di andare a controllare…). Ho tolto poco fa l’icona social e credo che non si sia accorto nessuno.
Un ringraziamento a Ellon Mask
A dirla tutta, non ho neanche mai amato Ellon Mask, né i suoi modi di fare.
Tuttavia, pur non essendo mai stato un suo fan, ora mi sento di ringraziarlo: con il suo recente acquisto (e scelte, e divieti, e licenziamenti discutibili, e imposizioni incomprensibili…) mi ha dato un buon motivo (direi il motivo decisivo) per salutare definitivamente l’uccellino blu: apro quindi idealmente la gabbietta e lo faccio volare via.
Felice lui, felice io. Chissà, forse un giorno ci rincontreremo e magari lo rivaluterò.
D’altra parte, se uno come Ellon Mask è diventato quel che è diventato dopo essere stato illuminato in gioventù da un “capolavoro” (?) come Guida galattica per autostoppisti, be’, ho detto tutto.
Quindi non mi resta che chiudere qui questo post.
Come darti torto… Non sopporto nemmeno io quel buontempone di Ellon e le sue dichiarazioni squinternate, a cui seguono sempre tonfi in borsa di cui qualcuno, o lui stesso, approfitta a man bassa… Al momento anch’io su Twitter resisto per due motivi: è uno dei social usato dalla community My Peak Challenge (e quindi ci devo gestire il mio gruppo locale) e pure dal mio coach scozzese; alcune aziende gestiscono lì l’assistenza veloce, come la TIM per la parte Fibra (e funziona meglio della loro app). In futuro vedremo…
Comunque Ellon è quel che è grazie ai soldi del papà, alla miniera in Zambia, alle spalle sempre ben coperte per ogni sua impresa. Non è nato povero, non ha fatto tutta sta fatica e non aveva bisogno di illuminazioni.
Esatto: “In futuro, vedremo”. Vedremo un po’ cosa succederà dopo le terapie d’urto di Ellon e dopo le sue pensate. Non capisco perché l’ha comprato, visto che ci vedeva tutti questi difetti.
Con 45 miliardi di dollari avrebbe potuto creare un social da zero.
E magari chiamarlo Magrathea…
Mai stato su Twitter, non ne comprendo le dinamiche, o forse meglio, mai me n’è fregato comprenderle. Resto sul blog coi miei raccontini, tutt’al più sbomballo facebook e qualche comunità di scrittura, tipo Typee.
Be’, direi che non ti sei perso nulla con Twitter: hai risparmiato un sacco di tempo. Quanto alle dinamiche, comincio a far fatica a comprendere quelle di Facebook. O meglio: le capisco ma mi pare che snaturinino il senso del “rimanere in contatto”…
Per un lungo periodo sono stata fan di Twitter, erano i tempi pre-trasferimento a Roma. Mi divertiva scrivere i messaggi in 140 caratteri (era un esercizio per me), poi lì avevo il mio gruppo di lettura e un discreto giro di amicizie intellettuali. Poi c’è stato l’avvento Roma, mi sono aperta il profilo facebook, il blog e l’uccellino è rimasto un po’ indietro. Ora anch’io l’ho abbandonato. Se non mi cancello è perché con gli amici del gruppo lettura ci siamo trasferiti dietro le quinte e dunque mi dispiacerebbe non potere più condividere con loro letture e altro attraverso i messaggi privati. Poi, da quando i commenti si sono fatti più lunghi, ho perso anche il gusto della sfida e Elon Mask… non lo tollero per niente! 🙂
Ecco: il limite di caratteri non l’ho mai sopportato, io che sono quasi logorroico (ho detto “quasi”…). Se poi si tratta di scrivere, peggio ancora.