Pareti sgrombre e divano in mezzo alla sala. Teli, pennelli e secchio di vernice.
E mucchi di libri un po’ ovunque, ben accatastati al riparo da gocce di colore in precipitazione selvaggia.

Ogni volta che tinteggio mi capita di “leggere”. E di pensare ancora una volta all’importanza della fisicità dei libri. Spostando libri dagli scaffali alle scatole, è inevitabile ripercorrere mentalmente le trame. Una copertina, un titolo, il nome di un autore: basta poco per rievocare letture e pensieri. Basta uno sguardo per provare la tentazione di rileggere un libro e ricordare il magico potere della rilettura. Naturalmente non si possono ricordare tutti i dettagli di tutte le trame.
Non si possono ricordare tutti i nomi dei personaggi, tutte le evoluzioni narrative.
Ma le sensazioni, le emozioni, il ricordo delle scoperte, quelle sì.

La potenza di un libro, una volta letto, è anche nascosta in questo piccolo e insignificante dettaglio: trasmettere emozioni anche restandosene semplicemente chiuso e riposto sugli scaffali. Una volta letto, un libro è sempre lì. In agguato.
Un dorso ricorda: “Io sono quello che ti ha parlato di quell’argomento là”.
Una copertina rievoca: “Io ti riporto indietro a quell’epoca. Ricordi?”
Un titolo strizza l’occhio: “Prima o poi ci rivediamo”.
Gli angoli ripiegati delle pagine interne sono una sentenza: “Quando vuoi, ne riparliamo. Sai quali pagine tengo in serbo per te”.

Accanto alla pila di libri che ho sul comodino, c’è anche quell’oggetto misterioso: l’e-reader.
Piatto, scuro, spento. In tutti i sensi. Racchiude in sé decine e decine di titoli, alcuni letti, altri piantati a metà. Non che la stessa cosa non accada anche con i libri veri, ma una cosa che manca è proprio la fisicità, la presenza fisica. Le decine e decine di romanzi perdono la tridimensionalità “parlante” per lasciare il posto alla silenziosa bidimensionalità di un unico pezzo di vetro, sotto al quale si uniformano tutti in una raccolta di file digitali. La loro tridimensionalità, se così possiamo chiamarla, è ridotta drasticamente allo spessore di qualche atomo di silicio.

Indubbiamente la versione digitale di un romanzo reca con sé altre comodità che restano inarrivabili per un libro cartaceo. Segnalibri, evidenziature colorate, note, ricerche rapide, vocabolario a portata di click. E un mucchio di altre funzionalità che sicuramente non ho ancora scoperto.
Probabilmente i romanzi che arriveranno a nascondersi sotto quell’anonimo pezzo di vetro diventeranno centinaia, forse migliaia.

Ma il fatto di non doverli spostare quando imbianchi, li rende praticamente muti.

2 commenti su “Tinteggiare leggendo

  1. Confermo. L’unica praticità dell’ereader per me è il risparmio nell’acquisto, almeno per alcuni titoli. Ma il risparmio di spazio mi porta ad amare di meno i romanzi che leggo là dentro. La consistenza fisica del libro è parte essenziale invece della lettura, rilettura e memoria. Se leggo in ebook e mi piace molto, corro a cercare il cartaceo.
    Anche se la libreria fisica straripa e non so più dove incastrarli!

    1. Il problema dello spazio ci costringe a scegliere bene i libri da tenere e quelli da dismettere, il che, a lungo andare, concorre a raffinare i nostri metri di valutazione…

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