Il mio sangue irlandese mi ha anche spinta a diventare una scrittrice e un’attivista, di conseguenza negli anni Ottanta sono stata molto partecipe della turbolenta situazione politica dell’Irlanda del Nord. In quel periodo ho iniziato a guardare con atteggiamento sempre più scettico la storia universalmente accettata. Proprio perché assistevo con i miei occhi a quegli avvenimenti, mi rendevo conto che la versione ufficiale raramente coincideva con quello che vedevo accadere. Il più delle volte gli avvenimenti, così come li vedevo riportati dai giornali, dalle trasmissioni televisive e in seguito dai libri di “storia”, mi sembravano quasi irriconoscibili. Tutte quelle versioni accreditate derivavano da una serie di pregiudizi politici, sociali e personali. La verità era persa per sempre, tranne forse per coloro che avevano visto accadere quegli eventi con i loro occhi. In genere questi testimoni erano persone della classe operaia a cui interessava solo tirare avanti: erano persone a cui non veniva in mente di scrivere lettere o di cercare un editore affinché pubblicasse la loro versione dei fatti. Seppellivano i loro morti, pregavano per la pace e facevano del loro meglio per tirare avanti. Ma preservavano il ricordo degli eventi storici a cui assistevano in un modo tutto loro, raccontandoli alla famiglia e alla comunità.Le esperienze che ho vissuto in Irlanda hanno rafforzato la mia convinzione che le tradizioni orali abbiano un’importanza fondamentale e che siano spesso la fonte più ricca da cui possiamo attingere per conoscere l’esperienza umana. I particolari eventi che si svolgevano nelle strade di Belfast rappresentavano il mio microcosmo. Ma se già questi erano ritenuti abbastanza importanti da dover essere ricostruiti e alterati dai giornali e dalle emittenti radiotelevisive, figuriamoci cosa poteva essere successo al macrocosmo della storia mondiale. Ero sicura che, se avessi guardato al passato, in un tempo in cui soltanto chi era molto ricco e dotato di un’istruzione superiore poteva raccontare gli eventi storici, avrei scoperto che la tendenza a manipolare la verità era ancora più diffusa. Ho cominciato a sentire un pressante bisogno di investigare la storia. Essendo donna, ho deciso di portare l’idea un passo più avanti. A partire dai primissimi resoconti scritti, la stragrande maggioranza del materiale ritenuto attendibile dal punto di vista accademico era stato creato da uomini di una determinata estrazione sociale e politica. Di solito crediamo, senza metterli in discussione, che alcuni documenti siano veri soltanto perché possono essere attribuiti con certezza a un particolare periodo. Di rado prendiamo in considerazione il fatto che sono stati scritti in tempi bui, durante i quali le donne erano ritenute inferiori alle bestie e prive di anima. Quante storie sono andate perse perché le donne che le avevano vissute non erano ritenute abbastanza importanti, o addirittura abbastanza umane, da meritare di essere menzionate? Quante donne sono state del tutto cancellate dalla storia? E questo non è forse vero per le donne del primo secolo? Ma alcune donne sono state talmente potenti e importanti per i governi di tutto il mondo da non poter essere ignorate…
Donne straordinarie
Se siete arrivati a leggere fino a qui, molto probabilmente siete stati catturati da questo estratto.
Che, per inciso, è un estratto di una postfazione di un romanzo. Un romanzo che fa parte di una trilogia, finora la migliore che abbia mai letto. E se lo dico io, che non amo le trilogie…
Ho però la sensazione che molte donne verrebbero catturate da una trilogia del genere perché, tra le tante cose (e le sottotrame sono davvero molte…), ciò che viene celebrato è la vita straordinaria di donne straordinarie. Donne che hanno tenuto egregiamente testa a imperatori, papi e, è proprio il caso di dirlo, sono state autentiche muse ispiratrici di personaggi storici di primissimo livello. E’ proprio vero che, dietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna. Che alza gli occhi al cielo. Per mille motivi.
Ed è curioso osservare come tutte queste donne siano state vittime di pregiudizi a causa dei quali sono state sistematicamente oscurate. Ora, se fossi un “book influencer”, a questo punto dovrei svelare il titolo di questa trilogia. Credo tuttavia che il primo titolo della trilogia trarrebbe in inganno molti: è un titolo che evoca ombre di complottismo, che sembra studiato apposta per tenere lontani coloro che si fermano alle apparenze invitando invece alla lettura tutti coloro (di solito pochi) che vogliono in qualche modo mettersi in gioco, che sono disponibili a confrontarsi, ad aprirsi alla scoperta. Ad andare alla “ricerca”.
Alla ricerca di cosa, esattamente?
Be’, tanto per cominciare, alla ricerca del titolo del libro… 😉
Basterà un altro estratto per farsi convincere? Proseguiamo con la postfazione.
Ci sono elementi di questa storia che non possono essere confermati da nessuna delle fonti accademiche “attendibili”. Sono le tradizioni orali che per secoli sono state custodite in ambienti segretissimi, da persone che temevano eventuali ripercussioni. Quando ho deciso di scrivere questo libro, ho scelto di difendere la mia tesi con duemila anni di prove circostanziali. Anche se non posso esibire una prova schiacciante, ho molti testimoni interessanti e una lunga serie di reperti, molti dei quali mi sono stati forniti addirittura dai grandi maestri del Rinascimento e del Barocco. Mi presento davanti alla corte con queste prove e lascio che sia la giuria dei lettori a emanare il verdetto.Per ragioni di sicurezza, devo essere cauta nel citare le fonti primarie da cui ho preso queste straordinarie informazioni, ma posso dire una cosa: il materiale da cui ho tratto [omissis] non è mai stato divulgato. Si tratta di una versione che non è ancora stata resa pubblica. Mi sono presa alcuna licenze poetiche per rendere il testo più accessibile al pubblico del ventunesimo secolo, ma la storia è vera ed è stata scritta interamente da lei. Dovendo proteggere queste informazioni e le persone che le custodiscono, sono stata costretta a scrivere questo e gli altri libri della trilogia come opere di finzione. […] Anche se i personaggi della parte ambientata nel presente sono tutti frutto della mia fantasia, ho fatto del mio meglio per fornire al lettore un resoconto della mia esperienza reale. Certo, in alcuni punti ho dovuto prendermi delle libertà e i lettori più esperti di questi misteri se ne accorgeranno senz’altro. La tomba di Arques raffigurata nel dipinto di Poussin non esiste più, il proprietario della zona l’ha fatta saltare in aria con la dinamite perché era stufo di vedere quel viavai di gente sulla sua terra! […] Ci sono voluti quasi vent’anni per realizzare questo libro e durante il cammino, spesso impervio, ho ricevuto l’aiuto prezioso di molte anime coraggiose. Sono davvero riconoscente alle persone straordinarie che hanno deciso di fidarsi di me e di condividere con me le loro conoscenze, correndo anche enormi rischi per aiutarmi. Più di una volta mi sono chiesta se fossi degna di raccontare questa storia e ho trascorso notti insonni al pensiero delle informazioni rivelate in questo libro e delle loro possibili ripercussioni.
Buona ricerca
E buona lettura.