darius tred, estrattoLeavitt sorrise. “La Teoria del Messaggero.”

“Chissà,” disse Stone.

La Teoria del Messaggero era stata elaborata da John R. Samuels, un tecnico delle comunicazioni. Parlando al Quinto Congresso Annuale sull’Aeronautica e le Comunicazioni, Samuels aveva passato in rassegna alcune teorie sul modo che avrebbe potuto scegliere una cultura estranea per mettersi in contatto con altre culture. Nel campo della tecnologia terrestre, sosteneva Samuels, i concetti più avanzati in materia di comunicazione erano insufficienti, e culture più avanzate avrebbero trovato metodi migliori.

“Poniamo che una cultura desideri esplorare l’universo,” disse. “Poniamo che desideri fare una specie di ‘debutto in società’ su scala galattica: per dare ufficialmente l’annuncio della propria esistenza. Deve diffondere notizie, tracce, in ogni direzione. Qual è il modo migliore per far questo? Con la radio? Non direi: la radio è troppo lenta, troppo cara, e decade troppo in fretta. I segnali più forti s’indeboliscono dopo qualche miliardo di chilometri. Peggio ancora è la TV. I raggi luminosi sono carissimi da generare. Anche se s’imparasse a far esplodere astri interi, a far ‘brillare’ un sole come segnale, sarebbe sempre una spesa colossale.

“Oltre alle spese, tutti questi metodi presentano il tradizionale inconveniente di tutte le radiazioni, nelle quali l’intensità diminuisce con la distanza. La luce di una lampadina elettrica può essere insopportabile a tre metri; può essere forte a trecento; può essere visibile a trenta chilometri. Ma a tre milioni di chilometri è assolutamente invisibile, perché l’energia irraggiata diminuisce con la seconda potenza della distanza. Una semplice, insuperabile legge fisica.

“Proviamo dunque, per trasmettere il nostro segnale, a scartare la fisica e a ricorrere alla biologia. Proviamo a creare un sistema di comunicazioni che non diminuisce con la distanza ma che, anche a milioni di chilometri, conserva la stessa potenza che aveva all’origine.

“In breve, cerchiamo un organismo che possa portare il nostro messaggio. L’organismo si riprodurrà da solo, costerà poco e potrà essere ottenuto in un numero pressoché infinito di esemplari. Per qualche dollaro se ne potrebbero produrre miliardi, da inviare nello spazio in tutte le direzioni. Organismi robusti, ovviamente, capaci di svilupparsi, riprodursi, dividersi, nonostante i rigori dello spazio. In due o tre anni la galassia ne ospiterebbe un numero infinito: in viaggio in tutte le direzioni, in attesa di venire a contatto con una forma di vita.

“E quando questo si verificasse? Ogni singolo organismo avrebbe il potenziale per svilupparsi in un organo completo, o in un completo organismo. Essi comincerebbero, al primo contatto con la vita, a crescere fino a trasformarsi in un complesso meccanismo in grado di comunicare. Sarebbe come sparpagliare nello spazio un miliardo di cellule cerebrali, ciascuna delle quali capaci di trasformarsi, nelle giuste circostanze, in un cervello completo. Allora il cervello appena cresciuta si rivolgerà alla cultura nuova, informandola della presenza dell’altra e spiegando in qual modo si potrebbe venire a contatto.”

La teoria di Samuels dell’Organismo Messaggero fu giudicata divertente dagli scienziati; ma adesso era difficile scartarla a cuor leggero.

“Lei crede,” disse Stone, “che stia già sviluppandosi in una specie di organo di comunicazione?”

Tratto da Andromeda, di Michael Crichton

 

4 commenti su “La Teoria del Messaggero

  1. E mentre leggevo mi è tornato in mente un vecchio film, The Astronaut’s Wife – La moglie dell’astronauta, con Charlize Theron e Johnny Depp. Forse chi ha scritto la sceneggiatura (non è tratto da un romanzo, ho guardato) si è rifatto a questa teoria. 🙂

    1. Il buon Crichton ha sempre mischiato abilmente la realtà alla finzione. E quando mescola le carte, le mescola ben bene. E ci mette dentro teorie vere. Non escludo che l’abbiano fatto anche per quel film…

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