Ottobre 1599
Castello di Fotheringhay, Northamptonshire

Il castello di Fotheringhay poggiava al centro di una radura ampia oltre un miglio su una terra raschiata dal vento, letto di paludi fangose, eriche e ginestre. Aspre colline svettavano su boschi senza sole, terre di ombre e pietraie morte. Sorgeva su un tumulo a pochi passi dal fiume, circondato da un fossato colmo di acqua ghiacciata.
A osservalo con attenzione, sembrava portare su di sé i tratti di una insorgente rovina. Non si vedevano colori, giovani colombe e falchi librarsi sulle pietre e sulle merlature a coda di rondine, né raggi di sole a illuminarle. Non c’erano fuochi e bracieri, tamburi a rullare, vessilli a sventolare sulle aste. Lupi e cinghiali si nascondevano nei boschi di querce, lontani dalla roccia.
Quella morte innocente avvenuta dodici anni prima segnava il destino del castello. Finirà in polvere, pensava Corso, dannato e dimenticato. Le pietre cadute sarebbero state usate per costruire stalle e locande, i legni per ardere nei camini.
La giusta fine per un posto come quello.

Ambientazione tratta da La profezia perduta di Giordano Bruno

(Roberto Ciai con Marco Lazzeri)

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