Il nodo fondamentale è ricordarsi che l’uso di CRISPR comporta vantaggi e rischi diversi a seconda delle differenti applicazioni. Il nostro corpo è costituito per lo più da cellule somatiche: sono cellule che si sono già differenziate per svolgere compiti specifici e formano la pelle, le ossa, i muscoli, il cuore e via continuando. Finché si interviene su di esse, i cambiamenti genetici riguardano solo il tessuto prescelto nel singolo individuo trattato, come nella terapia genica classica. Le modificazioni, insomma, non possono essere trasmesse ai figli. Con questo tipo di editing, se va tutto bene ci guadagna la persona che riceve le cellule modificate, se qualcosa va storto è lei sola a rimetterci. Se però si interviene sugli ovociti, sugli spermatozoi o sugli embrioni (le cui cellule indifferenziate andranno poi a costituire anche ovociti o spermatozoi, a seconda del sesso) il cambiamento sarà ereditato da tutte le cellule del concepito e dalla sua progenie, generazione dopo generazione. In questo caso si parla di editing della linea germinale, in contrapposizione all’editing della linea somatica.