Questa la pubblico così. Così come mi è arrivata. Si tratta di una mail che mi è stata inviata tempo fa e sulla quale ho riflettuto parecchio, senza tuttavia giungere a una conclusione anche solo plausibile. Devo essere onesto: questo mio indugiare mi ha indotto a “dimenticarla” finché non mi è tornata alla mente per colpa di Barbara ( 😛 ). L’ho dimenticata perché io sono abituato ad approfondire, cercare, capire, spiegare. Indagare, quando possibile. Ma alla fine, a volte, tocca arrendersi all’evidenza senza avere la pretesa di incastrare alla perfezione tutte le circostanze all’interno dei comodi (e rassicuranti) perimetri delle spiegazioni logiche e, perché no, delle spiegazioni scientifiche.
E arrendersi a volte vuol dire incassare il colpo e, pian piano, dimenticare.
Avrei potuto rimaneggiarla, questa storia. Correggerla, perfezionarla. Magari romanzarla. Ma alla fine mi sono limitato a rimuovere quei pochi nomi propri, anche se poi ho maturato una ragionevole certezza che le persone coinvolte non sarebbero mai venute a leggere questo blog (“Cosa sarebbe un blog?”) e né hanno profili social (“Social? Ah, Facebook, Istagam, quelle scemenze lì? Non ho tempo da perdere…”).
Si noteranno varie sgrammaticature, sappiatelo. Qualche apostrofo di troppo, accenti fuori posto. Tempi verbali raffazzonati e congiuntivi liberamente interpretati, se non addirittura omessi. Avrei potuto limare via tutto, sì. Ma poi ho pensato che fanno parte del “folclore” della mail e, limando, forse l’avrei resa troppo artificiale, minandone… … la veridicità.
E quindi mi sono limitato a mettere qualche “@@@” al posto delle parolacce…
Insomma: se davvero volete leggerla, mettete da parte le vostre esigenze di perfezionismo linguistico e grammaticale. Chi scrive è un mio amico ex-collega ed ex-carabiniere, ma dimenticate le solite ironie e non fatevi ingannare dall’informalità della scrittura a briglia sciolta, perchè il “ragazzo” nel frattempo si è laureato (ingegnere) e sta studiando per la seconda laurea.
Questa te la devo proprio raccontare. Tu l’altra sera quando parlavamo di fantasmi facevi tanto il figo a dire che no, non esistono, che sono tutte mink@@@ e che la gente oggi si lascia suggestionare per nulla, che c’è sempre una spiegazione a tutto. Come sai a naja ho fatto il carabiniere. Sono passati quasi dieci anni ma questa non me la scorderò mai. Ho fatto in tempo a fare un paio di mesi a uscire in pattuglia la notte. Sai le fiat punto con su i due caramba sfigati che girano, quelli che tutti ci raccontano sopra le barzellette? Ecco, ho provato anch’io anche se sfigati non siamo mai stati. Quando giravamo a vuoto la notte, che non succedeva nulla, facevamo di quelle chiacchierate mirabili con i miei soci, autentici intellettuali in divisa. Vabbè, non divaghiamo.
Una sera ci chiamano a uscire per un investimento. Allora io e il mio socio che eravamo di turno, prendiamo e usciamo e arriviamo sul luogo del misfatto. Sulle prime niente di che. Non era una scena molto diversa dalle solite. Un’auto con la portiera aperta, un’altro paio ferme con le quattro frecce, una persona stesa e l’ambulanza già sul posto che fa le sue solite cose. Grazie al cielo non c’è scappato il morto, nessun ferito grave. C’era sta tipa che piangeva e sto tipo steso a terra con i medici che lo stavano guardando. Il tempo di calmare gli animi, ricostruiamo la scena che mo’ ti descrivo.
La tipa dice di aver investito il tipo. Non era colpa sua, il tipo aveva appena accostato davanti a lei e proprio mentre questa lo stava superando, il tipo apre di colpo la portiera, scende di corsa correndo come un matto. Lei poverina andava piano, ha frenato in tempo ma non ha potuto evitarlo e gli è andato addosso. Steso. Ma non l’ha neanche colpito forte, dice e ripete. Solite cose, insomma. Poi parliamo con quelli dell’ambulanza che sostanzialmente confermano tutto. Il tizio non ha riportato ferite gravi ma lo devono portare comunque al pronto soccorso perchè è sotto choc, sparla. Proviamo a parlarci pure noi ma ci rendiamo solo conto che sparla sì. E’ terrorizzato, dice cose sconnesse. Indica continuamente la sua macchina.
Mo’ veniamo alla sua macchina. E’ ancora lì, quadro acceso, portiera spalancata. Uno dell’ambulanza dice di avere solo spento il motore. Ci avviciniamo e sostanzialmente niente di strano. A parte che sui sedili posteriori sono stipate valigie su valigie. Io e il mio socio ci guardiamo. Boh. Guardiamo di nuovo il tizio investito ma ci sembra più rincogl@@@ ancora. Ha preso a piangere.
“Possiamo guardare?” chiedo. Ma niente, il tizio sparla, si agita ancora di più, gesticola e quelli dell’ambulanza si decidono a somministrargli un calmante. Apro la portiera posteriore e tiro giù una valigia. Ci aspettiamo di tutto. Valigie piene di soldi, droga. Pezzi di cadavere. E invece niente. Le valigie sono vuote. Tutte. Apriamo il baule, aspettandoci di trovarlo pieno. “Se ha riempito i sedili dietro, vediamo che c’è nel baule…” dico al mio socio.
E indovina un pò? Baule vuoto. Niente di niente. Quindi: il tipo ha riempito i sedili posteriori all’inverosimile ma teneva il baule vuoto. Strano, no?Intanto arriva il capo dell’ambulanza e ci dice che lo portano via. Lo tengono in osservazione una notte in pronto soccorso. Io e il mio socio ci guardiamo. E mo’ che ca@@o facciamo? dico. La tipa alla fine l’abbiamo lasciata andare, non aveva fatto nulla, poveretta. Nel frattempo era arrivato il suo moroso, l’aveva calmata e se l’era riportata a casa. Ci ritroviamo lì io e il mio socio con sta macchina. Fortuna che era accostata lungo una strada dove c’erano parcheggi. Allora salgo, metto in moto e la parcheggio cristianamente, spengo il motore, chiudiamo e la lasciamo lì. Con tutte le valigie vuote nei sedili dietro. Torniamo in caserma e buttiamo giù un verbale provvisorio, in attesa di approfondire meglio la faccenda. Nel frattempo chiamiamo il pronto soccorso e lasciamo detto di farci chiamare dal tizio appena si riprende, così da spiegare l’accaduto e venire a riprendersi le chiavi dell’auto.
Passa una settimana, dieci giorni. Venti giorni.
Un mese.Richiamo il pronto soccorso e il responsabile mi dice che l’hanno trasferito in psichiatria.
Mink@@, in psichiatria? Addirittura? dico. Intanto ci chiamano i vigili urbani e cominciano a romperci i cogl@@ per la macchina, perché li avevamo informati che l’auto era sotto la nostra cautela, che non vuol dire niente ma che in sostanza sta per “non rompere le palle ai carabinieri che ci stanno lavorando”. Però i vigili rompono lo stesso i cog@@@. Eh quando la spostiamo… ma dov’è il proprietario… eh non possiamo lasciarla lì perché è zona mercato… gli ambulanti continuano a lamentarsi…
Alla fine il maresciallo sbotta e mi dice di andare a prendere sta ca@@@ di macchina e di portarla in caserma. Vado a prenderla. Metto in moto e fa un pò fatica ad accendersi. Sfido, è rimasta ferma un mese. Poi si accende e torno in caserma. Mi sentivo un’idiota. Immagina la scena, un carabiniere che gira con sta ca@@@ di macchina con dietro tutte le valigie. Già sento l’ironia della gente. Però, devo dire, una gran bella macchina. Guida morbida, motore silenzioso. Plancia digitale. Una figata. Prima di arrivare in caserma noto una spia. “Cintura passeggero non allacciata”. Boh. Ca@@o vorrà dire? Accanto a me non ci stava nessuno. Ma non ci penso perché nel frattempo sono arrivato in caserma.
Adesso viene il bello, tieniti forte.Dopo un paio di giorni si presenta la sorella del tizio steso. Arriva, solite menate burocratiche, timbro, firma poi la porto nel parcheggio della caserma che sta sul retro. Questa arriva, osserva la macchina e dice: “Alla fine l’ha fatto veramente…”
“Cosa, signorina?”
“Le valigie.”
Poi la signorina mi chiede chi ha portato l’auto in caserma.
“Io, signorina…”
“E ha notato niente di strano mentre la portava qui?”
No, dico. A parte le valigie vuote sui sedili dietro, il baule vuoto, eccetera eccetera.
La tipa resta in silenzio, un po’ indecisa.
“Signorina” dico io “se c’è qualcosa che ci deve dire, le consiglio di farcelo sapere perché la faccenda è piuttosto strana…”
La tipa resta ancora in silenzio e poi dice: “E’ sicuro di volerlo sapere?”
Io resto lì come un pirla e questa attacca a parlare.E mi racconta di suo fratello. Che due anni prima aveva cambiato lavoro e che da quando aveva cambiato lavoro faceva i turni. Faceva sempre la stessa strada per andare al lavoro, quella che passa davanti al parco dei germani, davanti al cimitero, davanti alla serra, davanti al tabaccaio. Sì, sì, ho capito, penso. Io l’ascolto e non capisco che ca@@o centra con tutta questa storia, ma la lascio parlare. Poi a un certo punto suo fratello cambia macchina, compra questa, mi dice. E quando va al lavoro al turno di notte, e passa davanti al parco dei germani, davanti alla serra, eccetera, eccetera, con questa macchina tutta superaccessoriata, ad un certo punto comincia ad accendersi questa spia, mi dice.
Cinture posteriori non allacciate.
Lì per lì non ci fa caso, poi la cosa lo infastidisce. Ca@@o, dice. La macchina è nuova, non può avere già problemi con la centralina elettronica. La fa controllare e sì, effettivamente c’erano dei problemi. La sistemano, tutto a posto. Ma poi il problema si ripresenta. Sempre quella spia. La riporta a far vedere ma stavolta no, è tutto a posto. Guardi le faccio vedere, gli dicono. Se mi siedo e non metto la cintura, lei come mette in moto, la spia lo segnala.
Cinture posteriori non allacciate.
Il fratello rimane paraflashato da quella frase: “Se mi siedo e non metto la cintura”.
Vuol dire che qualcuno si siede? Fa due più due: la notte, sempre la stessa strada, il parco dei germani, la serra, il tabaccaio. Il cimitero. E la spia che s’accende. E’ l’inizio della fine.Comincia a diventare paranoico. Quando va al lavoro di notte, percorre diverse strade. E perché diventa paranoico? Diventa paranoico perché la spia non si accende quando fa strade diverse. Ma quando di notte va al lavoro, e passa davanti al parco dei germani, e davanti al cimitero. Su quella strada, e solo su quella strada, e solo quando passa di notte, la spia si accende. Sempre.
Cinture posteriori non allacciate.
Suo fratello comincia a inquietarsi, ne parla con qualche amico, ne parla con lei (la sorella). E’ inquieto, non dorme più la notte. Poi un giorno svalvola e decide di riempire i sedili posteriori con borsoni e valigie vuote. Così non può sedersi più nessuno, pensa. Una soluzione assurda per un problema assurdo. Ormai il fratello ha manie di persecuzione e nella foga di smentire queste sue inquietudini passa un paio di notti davanti al cimitero. E inspiegabilmente la faccenda sembra risolversi. Si rincuora. Forse si è immaginato tutto. Forse uno scherzo beffardo del caso, oltre che della centralina elettronica.Decide di passarci davanti una terza volta, mentre va al lavoro per il turno di notte. E passa da quella strada. Passa davanti al parco dei germani. E davanti al cimitero.
Ma la spia si riaccende.
Ma non dice più “Cinture posteriori non allacciate”. Eh, no. Perché dietro ci stanno le valigie… … … …
Dice “Cintura passeggero non allacciata”. E’ la fine.
Qualcuno si è seduto di fianco a lui?
Accosta terrorizzato e senza pensarci si butta fuori dalla macchina.Il resto della storia la conosci. Ogni tanto ci ripenso.
La spia si era accesa anche con me, quando avevo guidato quella macchina per portarla in caserma.Minkia.
Alla fine la signorina si è ripresa l’auto.
E io ho stracciato la bozza del verbale di quella sera. Ma, come vedi, non è bastato per dimenticare.
Facciamo un salto sul posto?
Signori, ecco a voi il Parco Azzurro dei Germani, teatro “indiretto” di questa avvincente (?), divertente (?), inquietante (?) storiella vera (?). E mentre decidete l’aggettivo migliore, fatevi un giro virtuale.
Senza guardarvi alle spalle.
Se invece decidete di passarci in auto, mi raccomando: allacciate bene le cinture. In tutti i sensi.
Che storia! E che gran fegato la sorella che si porta via l’auto…
Dici? Magari l’ha fatta portar via con il carro attrezzi… 😛
Ca@@arolina, devo avere un fantasma dentro la borsa allora!!
Quando sono in auto da sola, poggio la borsa sul sedile del passeggero. Non capita sempre, ma qualche volta parte il cicalino e si accende proprio la spia della cintura passeggero non allacciata. Nonostante la mia borsa non sia così variabile nel peso, da essere poi scambiata per un passeggero! Se metto la borsa dietro non succede, ma per il sedile posteriore il controllo è disabilitato. Deve essere dentro la borsa…
Adesso che ci penso, l’ultima volta che è successo stavo andando al Brico, prima ancora all’Ikea. In profumeria non ci viene, nemmeno in libreria o in edicola. Dev’essere un fantasma del fai-da-te! 😀 😀 😀
Se la tua borsa è come quella di molte donne che conosco, scommetto che ci si trova dentro di tutto, proprio come il gonnellino dei Eta Beta. Altro che fantasmi… 😉
Mi ha ispirato un racconto ‘sta storia inquietante.. 😉
Bene! Inquietaci ancora di più… 😉