Mi sono imbattuto in un libro interessante tramite un giro di newsletter.
Non si tratta di un romanzo ma di un saggio, anche se la tematica non è proprio inerente a quello che normalmente s’intende per saggistica. Ma sorvolo: il nocciolo della questione non è questo. La newsletter offriva un link per un download gratuito dell’edizione digitale dell’opera. La stessa newsletter, dopo qualche giorno, invia una seconda mail con toni trionfalistici il cui succo, in sostanza, è il seguente: 5000 download in soli 4 giorni!
Notevole, si direbbe. Incuriosito, vado a vedere la presenza digitale dell’autore: un buon sito dal taglio piuttosto moderno e responsive, più alcuni profili social dei quali il più seguito (Facebook) conta ben 50.000 follower. Niente male.

Due calcoli

Cinquemila e cinquantamila: due numeri che stuzzicano ulteriormente la mia curiosità.
Dunque, facciamo un passo indietro e aggiungiamo qualche elemento: c’è questo autore che ha pubblicato in precedenza con una casa editrice. Per la sua seconda edizione, decide di optare per il selfpublishing. Tra i servizi di cui si avvale con questa seconda chance, si inserisce la newsletter di cui sopra. Quei 5000 download, a fronte di 50mila follower, mi suona strano: stiamo parlando del 10%, più o meno. Ovviamente non entro nel merito dell’autore, della sua opera e della sua precedente esperienza con la casa editrice. Semplicemente, non ho elementi per farlo. Anche perché, quello che mi incuriosisce molto di più, è quel servizio di selfpublishing la cui seconda e-mail celebra il successo del servizio fornito, proponendolo addirittura come “caso studio”.

Due domande (almeno)

La domanda che mi frulla è la seguente: siamo proprio-proprio sicuri che quel risultato sia un successo? Quei 5000 download sarebbero comunque arrivati se non ci fosse stata la pre-esistente massiccia presenza sul web dell’autore? Oppure: grazie alla presenza sul web già ben organizzata, 5000 download sono da considerarsi un successo? E poi, soprattutto, siamo proprio-proprio sicuri che se il libro fosse stato a pagamento (anche solo 99 cents) il risultato sarebbe stato lo stesso?

Il vero caso studio

Domande più o meno lecite (forse) ma, anche ora, sorvolo. Perché il vero caso studio sta ancora più a fondo. Per una volta sono andato a spulciarmi le recensioni su Amazon. Eh, sì: perché la seconda e-mail inviata con “orgoglio”, oltre al numero dei download citava anche il numero di recensioni già ottenute. Come dire: guardate quanto siamo bravi a promuovere questa opera in selfpublishing! E ho scoperto un fenomeno davvero curioso. Dopo 2 settimane esatte dalla pubblicazione in self, l’opera conta, al momento in cui sto mettendo per iscritto queste mie osservazioni, ben 84 recensioni.
Tante? Poche? Non importa.

Il fenomeno più curioso che ho notato è che ben 56 di queste recensioni sono state magicamente inserite nello stesso giorno, esattamente dopo una settimana dalla data di pubblicazione in self e a soli 5 giorni dall’invio della newsletter. L’opera in questione (che, sottolineo, è un saggio, non un romanzo avvincente, e nemmeno un’opera scritta da un autore dello spettacolo già conosciuto) è di oltre 400 pagine, quindi non esattamente un testo che si può leggere in un paio di sere. E non proprio il testo che suscita una voglia immediata di lettura a discapito della propria coda di lettura…

Dunque, ricapitoliamo: viene pubblicata un’opera di oltre 400 pagine e ben 56 (cinquantasei) persone, in magica sincronizzazione, trovano il tempo di scaricarla (non aspettavano altro), leggerla (coda di lettura? what is it??), scrivere la recensione (!) e pubblicarla su Amazon (la quale, come ben sa chiunque abbia mai scritto una recensione, prima di approvarla si prende il suo bel paio di giorni per le dovute verifiche così da far comparire quella magica dicitura di “Acquisto verificato”).
Praticamente un successo!

Algoritmi magici

Ma torniamo ad Amazon perché, forse, il bello deve ancora venire. L’opera in questione è disponibile in entrambe le edizioni: la prima, effettuata con la casa editrice qualche hanno fa, e la seconda, effettuata nel 2019 in self. Verrebbe da pensare che su Amazon, che pullula di algoritmi magici, ce ne sia uno che si preoccupa di aggregare le recensioni a parità di titolo, per agevolare gli acquirenti nella lettura delle stesse.
Se fosse così, allora non ci sarebbe nulla di strano nel vedere che ben 56 recensioni hanno la stessa data: si potrebbe infatti ipotizzare che esse siano state “traghettate” tramite algoritmo dalla prima pubblicazione (fatta qualche anno fa) alla seconda pubblicazione recente e che la data unica sia in realtà quella dell’inserimento da parte dell’algoritmo e non da parte della persona fisica (su questa “leggerezza” nella gestione delle date, informaticamente parlando, ci sarebbe da discutere). In altre parole: per via dell’intercessione dell’algoritmo, le recensioni in pratica sono mischiate: un po’ sono riferite alla prima edizione cartacea (più longeva), è un po’ sono riferite alla fresca edizione in self. Quindi, tutto sommato, è giusto così dato che stiamo parlando dello stesso titolo e dello stesso autore.

Peccato che…

Peccato che… le 56 recensioni siano tutte nuove di zecca.
Ebbene sì, lo ammetto: sono andato a controllarle una per una, ho confrontato il nome delle persone, il titolo della recensione e il voto per avere una ragionevole certezza nel fare le dovute distinzioni. Ho raccolto tutto in un foglio elettronico e ho fatto un paio di controlli incrociati: a parte qualche doppione fisiologico (persone che evidentemente hanno comprato sia la prima che la seconda edizione…), le recensioni in gioco sono tutte nuove di zecca.

In conclusione

Che gli algoritmi di Amazon avessero qualche grossissima pecca nella gestione delle recensioni, lo sanno tutti o quasi: diciamo che è un segreto di Pulcinella 😉 .
Quello che forse non tutti sanno è che ci sono in giro anche alcuni servizi di selfpublishing che riescono a fare autentiche magie.
Magie ma anche… magheggi. Ovviamente mi concedo il Beneficio del dubbio, con la “b” maiuscola 😉 .
Sia nei confronti della mia indagine.
Sia nei confronti del servizio di selfpublishing.

13 commenti su “Caso studio

  1. E bravo il nostro Maigret delle recensioni su Amazon! Avevo a suo tempo scritto un post sull’argomento, perché ero venuta a conoscenza di servizi del genere di cui parli che in qualche modo “pompano” le recensioni.
    Per questo non mi regolo mai in base a quelle per l’acquisto. Al di là dei numeri e della pazienza che ci hai messo (grande!), mi pare che regalare un testo non sia proprio il miglior modo di far volare un brand. Ma questa è una mia opinione.
    Preferisco avere meno like o recensioni, ma più lettori veri. Anche se in numero modesto. E poi, come va l’editoria in Italia, che significa “numeri modesti”?

    1. È proprio questo il punto: a cosa si è disposti pur di far volare, non dico un brand, ma un’opera?
      Regalare un testo, forse non è il massimo ma almeno è una tecnica che non imbroglia la gente.
      Ti regalo un testo: se ti interessa lo scarichi, se non ti interessa lo ignori. Punto.

      Ma quando vedi comparire magicamente 56 recensioni in un giorno solo, mi viene il forte dubbio (non la certezza) che quelle recensioni non siano vere. Stiamo parlando di una persona con 56 account di Amazon? Difficile. Stiamo parlando di 56 persone distinte? Probabile. Ma allora come la mettiamo che queste 56 persone si siano sincronizzate così perfettamente?

      Ammesso (e non concesso) che 56 persone abbiano agito in questo modo, resta il forte dubbio sull’effettiva lettura del testo scaricato. Un saggio di oltre 400 pagine letto in soli 3 giorni? Allora le recensioni sono state preparate prima e impacchettate in qualche maniera automatica…

      Si comincia a pescare nel torbido… ;-P

      E se questo “servizio di self publishing” è torbido nel marketing, mi chiedo quali garanzie si possa avere sul resto.

      1. Ho poca fiducia nei “servizi di self publishing”, fatta eccezione per la pubblicazione. Mi sono convinta che siano nel limbo dell’irrealtà. La rete, per quanto si possa dire, è sempre manipolabile. E i suoi successi sono effimeri, falsati. Meglio restare coi piedi per terra, per esempio nelle librerie

        1. Ovviamente bisogna vedere caso per caso.

          Però diciamo che se uno stesso “servizio di self publishing” non esita a buttare fumo negli occhi in termini di marketing dicendo, in estrema sostanza, “guardate quanto siamo bravi a fare marketing” (il che è molto discutibile), non vedo perché dovrei fidarmi quando dice “guardate quanto siamo bravi a pubblicarvi”…

          Perché, sì: la newsletter invia anche e-mail per pubblicizzare i servizi di pubblicazione…

  2. Cosa sarebbe Sherlock senza Watson?! 😀
    Ottime considerazioni. Non definirei 5.000 download un successo, se partono da ben 50.000 follower. Mi verrebbe da pensare che quei follower sono “pompati” (come sai, c’è un mercato anche di quello).
    In ogni caso non definirei 5.000 download un successo lo stesso, perché sono “download” non “letture” e sappiamo di sono schiere di persone che accumulano ebook da leggere come fossero figurine dei calciatori, poi però non li leggono mai quei download.
    Se poi da quei 5.000 download arrivano solo 84 recensioni (lasciando stare in solo 2 settimane e le 56 istantanee) mi sembra ancor meno di successo. Alla fine siamo ad 84 recensioni da 50.000 follower.
    Sugli algoritmi di Amazon, posso dirti che le mie recensioni le pubblicano in un paio d’ore appena, anche quando sbaglio e commento il cartaceo invece dell’ebook (e quindi non è propriamente un acquisto verificato). Ma anche qui, si vocifera che ci sia gente che di mestiere costruisce negli anni i falsi profili per la vendita di recensioni (ci vuole tempo per gestire l’account mail, gli acquisti, gli indirizzi di consegna diversi, ecc)
    Forse è anche per quello che io leggo prima le recensioni negative e comunque leggo libri che hanno almeno un anno dalla pubblicazione. 🙂

    Ma per caso io questo servizio di selfpublishing lo conosco? Sono sempre loro? 😉

    1. Certo, il download non coincide affatto con la lettura, men che meno con la lettura immediata.
      Interessante sapere che le tue recensioni le pubblicano in tempo quasi zero: io, le poche recensioni che ho fatto, le ho sofferte.
      Non so quali servizi conosci tu, ma comunque no, non sono quelli dei 400 milioni di italiani nel mondo.
      Anche se pare siano collegati.

      1
  3. Il mio avvocato ti avrebbe arruolato subito. 🙂 (anch’io, ai tempi, non sbagliavo un colpo, quando c’era da scovare sentenze o cavilli magici.).
    Comunque, complimenti per l’attenzione e la pervicacia che hai dimostrato, pure i confronti incrociati ti sei andato a fare!
    Non mi stupisco, non è la prima volta che sento parlare di queste strane combinazioni. Non capisco a cosa serva tutto questo teatrino: a convincere le persone? A me solo l’idea di potere fare una mala figura come quella che tu stai denunciando mi farebbe desistere da qualsiasi proposito promozionale. Meglio zero vendite e zero lettori che cento recensioni finte o 5000 acquirenti non verificabili.

    1. A cosa serve tutto questo teatrino? Uso il tuo stesso eufemismo: a “convincere” le persone… 😉
      Ci starebbero bene altri verbi, però…

  4. Caspiterina, sei un vero segugio! Sono davvero colpita.
    Tutto questo lascia sconcertati, indubbiamente. Di magheggi ne fanno molti su Amazon, purtroppo. A parte i libri, esistono gruppi FB dove ingaggiano persone per provare prodotti e recensirli (positivamente, è ovvio). Quindi suppongo ci sia lo stesso tipo di mercato anche sui libri.
    La cosa triste è che viviamo in un’epoca dove conta molto l’apparenza. Ovvero se hai un numero spropositato di follower o di recensioni, allora scatta nella mente del possibile lettore l’idea che valga la pena approfondire. Peccato solo che follower e recensioni si possano comprare e quindi sia spesso tutta fuffa. Mai vista una pagina FB nascere un giorno e il giorno dopo avere diecimila like? Ecco.

    1. Mercato dei like, dei follower e delle recensioni positive, sì, ne sono al corrente.

      Però questo “caso studio” in cui sono incappato io è una cosa molto più sofisticata perché le recensioni che ho confrontato sono veramente scritte da persone. In altre parole: non sono recensioni di una-due righe con frasi didascaliche del tipo “Testo interessate, lettura consigliata” che possono essere state generate in modo artificioso.
      Sono molto variegate e lunghe (alcune anche 5-10 righe).

      Personalmente potrei anche accettare il fatto che magari siano state caricate massivamente in qualche modo automatico o semiautomatico, ma il fatto che siano passati così pochi giorni tra la prima e la seconda newsletter (solo 5 giorni) mi permette di sospettare che queste 56 persone non abbiano per nulla letto l’opera…

      1. Può essere che le abbia scritte l’autore stesso e poi abbia chiesto di caricarle a singole persone poco prima dell’uscita? A me una volta un giornale mi disse: ti pubblico una recensione, ma te la devi scrivere da sola. No comment!

        1. Non saprei.
          Diciamo che, qualunque tecnica sia stata usata (lecita o non lecita), il risultato è quanto meno forzato.
          Di certo, non spontaneo… 😉

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