Ho sempre pensato all’immaginazione come ad una facoltà esclusiva del genere umano, o comunque degli animali con un certo grado di sviluppo. Finché qualche settimana fa non mi è arrivata una newsletter con questo titolo: “Now AI can image never-seen-before object”.

La apro e ho capito bene: pare che ora l’intelligenza artificiale possa immaginare un oggetto mai visto prima. Be’, forse non siamo ancora a certi livelli cinematografici, ma a quanto pare ci arriveremo presto, dato che l’articolo si chiude dicendo, in buona sostanza, che “ora i sistemi di intelligenza artificiale sono sempre più vicini alla capacità dell’uomo di capire il mondo”.

Sul fatto che l’uomo abbia davvero capito il mondo, personalmente, ho delle fortissime riserve 😛 ma, volendo tenere il discorso concentrato sul progresso tecnologico, verrebbe da dire che, se è vero che è già nato l’uomo o la donna che metterà per la prima volta il piede su Marte, non ci vorrà poi molto a fare una macchina in grado di “immaginare”.

Cosa ci vuole per immaginare?

Però si fa presto a dire “immaginazione”.
Bisognerebbe spendere due parole su cosa si immagina (e come) quando… si immagina.

Leggendo l’articolo, dunque, gli scienziati sono riusciti ad istruire un’intelligenza artificiale affinché possa immaginare un gatto arancione. Ora: non che io voglia sminuire il risultato (che resta comunque un traguardo notevole), ma un conto è immaginare un oggetto “mescolando” conoscenze reali ed elementari già avute in precedenza (come appunto l’animale “gatto” e il colore “arancione”), ben altro è immaginare qualcosa di più complesso e articolato.
O addirittura qualcosa di invisibile e astratto. Un’emozione, per esempio.
Oppure un sentimento. Un pensiero.
Una storia.

Quanto impiegherà una mente di silicio per poter immaginare, e magari pure scrivere, una storia con piena padronanza di linguaggio, semantica, creatività ecc… ecc… Ovviamente una storia avvincente e già in formato bestseller, non una storiella da tre soldi bucati 😉 .

Per quanto la cinematografia, ma anche “solo” buona parte della letteratura, ci abbia già abituati a macchine pensanti e in grado di sostituire in tutto e per tutto l’attività dell’uomo, credo che l’immaginazione pura sia una facoltà esclusiva della mente umana. Un qualcosa di quasi inarrivabile per una “mente” di silicio. E un qualcosa che ci distinguerà sempre, nel bene e nel male, dal resto del creato. Sicuramente l’intelligenza artificiale ci supererà, anzi, ci ha già superato in molte altre facoltà ma l’immaginazione, la fantasia, la creatività credo resteranno al di là della sua portata ancora per molto, molto tempo.

Arriverà il giorno?

Non nego tuttavia di provare un certo disagio quando mi immischio in simili disquisizioni: la sensazione di venire smentito il giorno dopo è sempre dietro l’angolo. Il timore di imbattermi in qualche articolo in cui vengo clamorosamente spernacchiato è sempre presente.

Magari esistono già macchine pensanti in grado di immaginare cose che “noi umani non possiamo neanche immaginare”. Del resto, oggi la nostra quotidianità è intrisa di cose che meno di un secolo fa erano semplicemente impensabili, per non dire inconcepibili.

4 commenti su “Immagina

  1. Se è una intelligenza artificiale (concepita quindi da noi) ad immaginare qualcosa di inimmaginabile, non vedo come non si possa immaginarla in autonomia, senza macchinario intendo; che poi, già immaginare qualcosa, tipo chessò, il nostro mondo trainato da un tempo sviluppato su quattro binari diversi corrispondenti a salti temporali che si intersecano, è già qualcosa che una mente artificiale sufficientemente foraggiata da imput umani potrebbe riprodurre, inducendoci, erroneamente, alla meraviglia.

    1. E’ proprio il “sufficientemente foraggiata” che mi lascia perplesso. E non solo per il tuo mondo sviluppato su un tempo a quattro binari, con tanto di salti temporali.
      Abbiamo quantità di dati (big data) per descrivere tutto il mondo… misurabile.Ma come fai a misurare un pensiero?Un sentimento? Una storia?
      In altre parole: come fai a spiegare a un’intelligenza artificiale cos’è l’amore? O l’invidia? O la felicità?Come istruirla per simulare doppi sensi? O le bugie? O a sviluppare empatia, simpatia e antipatia?

  2. “…oggi la nostra quotidianità è intrisa di cose che meno di un secolo fa erano semplicemente impensabili, per non dire inconcepibili.” Sicuro? Un amico che legge Urania e altri libri di fantascienza, soprattutto quelli più vecchi, mi diceva che in fondo tutto questo era già stato immaginato dagli scrittori di fantascienza, tanto che non sai se loro fossero informati delle ricerche della meccanica, tecnologia, fisica, chimica, ecc. o se gli studiosi non abbiano attinto alle strampalate idee degli scrittori per vedere se qualcuna era realmente perseguibile. Ma come te, sono molto scettica sull’immaginazione dell’intelligenza artificiale.
    Io avevo letto questo articolo, su come l’AI potesse aiutare a superare il blocco dello scrittore: https://news.psu.edu/story/666920/2021/08/24/research/new-tool-could-help-authors-bust-writers-block-novel-length-works (serio, arrivata dalla PennState University). Ma alla fine l’immaginazione di questa AI esce da un modello elaborato su un set di dati di quasi 5.000 libri di narrativa. Quindi è sempre l’immaginazione umana che viene “riciclata”.
    L’intelligenza artificiale potrà avere un’immaginazione sua solo quando avrà uno stomaco che non digerisce i peperoni e un subconscio che, in attesa della digestione, elabora frammenti di vita passata, trapassata e futura. 😉

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    1. Non ho mai letto romanzi Urania, ma capisco il tipo di fantascienza a cui ti riferisci (anche se per me la “fanta-scienza” è ben altro 😛 … )

      Tuttavia concordo nel pensare che tale fantascienza abbia fatto da precursore su molti aspetti che poi si sono puntualmente avverati, anche se sono “macro-aspetti” come ad esempio un viaggio nello spazio, una città futuristica o robot avanzati e così via. Non credo (ma mi sbaglio?) che siano stati immaginati oggetti d’uso quotidiano come ad esempio lo smartphone: è in questo senso che dico che cent’anni fa era impensabile che avessimo tutti un oggetto del genere al quale, diciamolo, facciamo molta fatica a rinunciarvi. Senza contare tutto il mondo digitale che ruota attorno al nostro smartphone: un social come Facebook (con tutte le relative implicazioni), ad esempio, solo trent’anni o quarant’anni fa era semplicemente impensabile.

      L’intelligenza artificiale non potrà avere un’immaginazione nemmeno tramite i peperoni, perché lo stomaco “digitale” verrebbe concepito per digerire alla perfezione… 😀 😀 😀

      Sempre che non arriviamo a creare il peperone perfettamente digeribile tramite CRISPR. Ecco, CRISPR (nel dettaglio del suo funzionamento, non come semplice “manipolazione genetica”…) l’ha mai immaginato qualcuno cent’anni fa?

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