darius tred, estrattoMia cara madre, finalmente riesco a scriverti qualche riga dopo tutto questo trambusto. Mi ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera e sentire che state tutti bene, l’ho ricevuta ieri, e tu l’hai scritta il 12, quindi puoi dire che ci è voluto del tempo per arrivare qui, la ragione è che non stiamo fermi in un posto per molto tempo, ho appena ricevuto giornali che mi ha fatto molto piacere ricevere perché non abbiamo molte notizie. E’ buffo essere in guerra e non sapere cosa sta succedendo.Bene mamma, non ti preoccupare per me, riuscirò a superare tutto per il meglio. E così Stan pensa di unirsi a noi. Non mi preoccuperei se fossi in lui, aspetterei finché non mi chiamano, in ogni caso digli di scegliere qualsiasi cosa fuorché la fanteria. Cosa ne penso dei tedeschi che arrivano in Francia? Penso che presto scapperanno e quando ciò accadrà se ne torneranno in Germania al doppio della velocità. Penso che Hitler abbia i giorni contati e il giorno che lo prenderanno dovrebbero arrostirlo vivo. Mi spiace informarti che Bob Bishop è stato ucciso. Bene, mamma, papà e ragazzi, penso che devo chiudere ancora una volta, sperando che stiate tutti bene, continuate così finché arriverà il giorno in cui potremo ancora stare tutti in pace e serenità. Non vi preoccupate se dovrete aspettare ancora un po’ per una lettera o una cartolina, mamma, perché non potremo scrivere per molti giorni e ci saranno anche ritardi per spedire via la posta, alla prossima. Ciao. Vi voglio bene, Harry xxxxxx

26 maggio 1940

Il soldato semplice Harry Cole, di stanza in Belgio, scrive così a sua madre. E’ al fronte, ignaro che di lì a poco la Battaglia di Dunkerque, iniziata proprio il 26 maggio e finita ai primi di giugno, si sarebbe conclusa in una totale disfatta. La Seconda Guerra Mondiale era solo all’inizio. Ma lui, Harry, non avrebbe visto nulla di tutto ciò. Non avrebbe visto la fine della guerra e nemmeno la fine di quella battaglia: il 29 maggio, tre giorni dopo la sua lettera, la mira fatale di un cecchino avrebbe posto fine alla sua vita.

26 maggio 2020

La sua lettera, dopo ben 80 anni, arriva a destinazione. I fratelli Clemmie e Derek Cole, 87 e 89 anni, la apriranno increduli. Difficile immaginare l’emozione che devono aver provato.
“E’ stato uno shock ricevere la lettera di Harry dopo così tanto tempo. Ero commosso nel leggere le sue parole, sapendo che era stato ucciso solo qualche giorno dopo. Quando era in guerra, mia madre una notte disse di essersi svegliata e di aver visto improvvisamente la sua faccia fuori dalla finestra della camera da letto. Disse a mio padre di guardare ma non c’era più. Mia madre pensò sempre che fosse il suo spirito che stava visitando la casa nel giorno in cui fu ucciso…”

Fascino senza tempo

Questo è il fascino delle lettere. Hanno il grande potere di farti tornare indietro nel tempo, evocando ricordi ormai dimenticati, ricordi che crediamo sepolti per sempre nella nostra memoria. E a volte lo fanno in modo tragico. Lo ammetto: ho provato un brivido quando ho letto del ricordo di sua madre di quella notte. Una povera donna, madre di sette figli i cui destini si sono intrecciati, in un modo o nell’altro, con la guerra. Chi è donna, chi è madre, forse capirà molto meglio di me quel genere di visioni.

Il viaggio della lettera

Come ha potuto una lettera del genere arrivare regolarmente a destinazione dopo ben 80 anni ?

Il pacco di lettere (non era l’unica, infatti) è stato rinvenuto in quegli stessi giorni, nel 1940, su un camion abbandonato in tutta fretta durante la ritirata. L’ufficiale tedesco che l’ha rinvenuto ha pensato bene di conservarlo. E’ ignoto immaginarne il motivo: forse sperava di carpire segreti utili per la guerra. O forse l’ha fatto per pietà umana. Chissà. Sono portato a pensare per la seconda ipotesi, altrimenti non mi spiegherei il motivo per cui quest’ufficiale le abbia conservate a lungo nella propria soffitta fino al 1968, per poi consegnarle all’ambasciata inglese a Bonn dopo averle rinvenute durante uno sgombero di casa.

Il pacco arriva così in Inghilterra dove, dopo varie peripezie, arriva nella contea del Suffolk, dove viveva il soldato semplice Harry con la sua famiglia, prima di partire per la guerra. Il caso ha voluto che un’addetta dell’ufficio vivesse nello stesso villaggio dei signori Cole e che li conoscesse di persona. Un paio di domande e la lettera, finalmente, è arrivata a destinazione.

La matita

La lettera in questione fu scritta a matita. Questo dettaglio, che per molti passerà inosservato, non mi ha lasciato indifferente. Ne Gli erboristi di Siena, la Seconda Guerra Mondiale ha avuto un certo ruolo, facendo da scenario a buona parte della trama. Il mio non è un romanzo storico ma le vicende che ho narrato ruotano in parte attorno ad alcune lettere rinvenute casualmente, come ho avuto modo di parlare sul mio blog. Anche nel mio caso le lettere sono state scritte durante la guerra in momenti tragici, di enorme incertezza. E, anche nel mio romanzo, il personaggio che le rinviene decide di provare a consegnarle di persona, nonostante fossero passati moltissimi anni.

E che ci vorrà mai a fantasticare su alcune lettere per poi costruirgli attorno una trama?

Tutto sommato, non è ‘sto gran lavoro di fantasia.
Tuttavia ho curato molto i dettagli e ho cercato di immaginarmi spesso queste lettere come se le avessi avute davanti. Ho cercato di immedesimarmi nel mittente che era in guerra, anche se non come soldato. Volutamente ho fatto in modo che le “scrivesse” con frasi incerte, con ripetizioni, con parole poco curate. Dopotutto, mi son detto, se sei in guerra non perdi certo tempo con lo stile e con i tempi dei verbi. E poi… E poi ho immaginato che fossero scritte a matita. Se sei in guerra, clandestino, se vivi di piccoli espedienti per muoverti furtivo alla ricerca di qualcosa (non è che posso dire proprio tutto… 😉 ) non puoi certo avere a portata di mano penna e calamaio.

Le lettere nel mio romanzo, specialmente alla luce delle vicende intrecciate, al pari della lettera del soldato Harry Cole, hanno avuto anche loro un forte impatto sul destinatario, arrivando dopo lunghissimo tempo e portando messaggi inaspettati.

 

Credits

La lettera e le immagini sono tratte dai seguenti link:
https://www.bbc.com/news/uk-england-suffolk-52812539
https://www.eadt.co.uk/news/suffolk-soldiers-letter-returned-after-80-years-1-6668622

( Photo Credit : Michael Jarmoluk / Pixabay )

2 commenti su “Il tragico fascino delle lettere

  1. Certo, di sconvolgere sconvolge, questa ricezione di lettera dopo ottant’anni. Ma te lo immagini che dev’essere ritrovarsi fra le mani una testimonianza così preziosa? Sì, te lo immagini: ci hai scritto una storia! 😉

    1. Nella mia storia mi sono immaginato un sacco di altre cose: spero che la realtà non mi superi… perché se no comincio a preoccuparmi… 😀

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